I moti liberali del '20, del '30 e del '48
1. Il contesto: l'Europa della Restaurazione (1815)
Dopo la definitiva sconfitta di Napoleone, le potenze vincitrici (Austria, Russia, Prussia e Regno Unito) si riunirono nel Congresso di Vienna (1814-1815). L'obiettivo, orchestrato in gran parte dal cancelliere austriaco Metternich, era "restaurare" l'Europa pre-rivoluzionaria.
Questo si basava su due principi cardine:
- Principio di legittimità: riportare sui troni i sovrani "legittimi" spodestati da Napoleone (es. i Borbone in Francia e a Napoli).
- Principio di equilibrio: ridisegnare la mappa europea per bilanciare le forze ed evitare che una singola nazione (come la Francia) potesse dominare di nuovo il continente.
Per garantire questo ordine, venne creata la Santa Alleanza (Austria, Prussia, Russia), un patto che impegnava i sovrani a intervenire militarmente ovunque l'ordine della Restaurazione fosse minacciato da idee liberali o nazionali (il principio di intervento).
Risultato: l'Europa fu "ingessata". L'Impero Asburgico controllava direttamente (Lombardo-Veneto) o indirettamente gran parte dell'Italia. La Germania era una frammentata Confederazione di 39 stati. Le aspirazioni alla libertà (costituzioni, parlamenti) e alla nazione (indipendenza, unificazione) vennero soppresse con la forza.
2. L'opposizione clandestina: le società segrete
Dato il clima di feroce repressione poliziesca, il dissenso non poteva essere pubblico. L'unica via era la cospirazione. Nacquero così decine di società segrete, modellate sulla Massoneria.
La più famosa e diffusa in Italia e Spagna fu la Carboneria.
- Obiettivo: principalmente politico. I carbonari non chiedevano (ancora) l'unità d'Italia, ma di costringere i sovrani a concedere una Costituzione (sul modello liberale di quella spagnola di Cadice del 1812).
- Membri: principalmente militari (molti ex ufficiali napoleonici), intellettuali, studenti e borghesi.
- Punto debole: la loro stessa natura. Erano elitarie, rigidamente gerarchiche e segrete. I loro programmi erano noti solo ai vertici, e mancava totalmente il coinvolgimento delle masse popolari (contadini e artigiani), che non capivano queste astratte richieste costituzionali. Questo si rivelerà il loro limite fatale.
3. Il primo ciclo: i moti del 1820-1821
La prima ondata rivoluzionaria partì dall'esercito, usando il metodo del pronunciamiento (colpo di stato militare).
- Spagna (gennaio 1820): l'epicentro. Il generale Rafael Riego, a capo delle truppe in partenza per sedare le rivolte nelle colonie americane, si ammutinò e chiese il ripristino della Costituzione di Cadice. Il Re Ferdinando VII, terrorizzato, la concesse.
- Il contagio in Italia:
- Regno delle Due Sicilie (luglio 1820): a Nola, gli ufficiali carbonari (Morelli e Silvati) e il generale Guglielmo Pepe guidarono la rivolta. Re Ferdinando I fu costretto a concedere la stessa costituzione spagnola.
- Piemonte (marzo 1821): i liberali (tra cui Santorre di Santarosa) si ribellarono, sperando nell'appoggio del presunto erede al trono, Carlo Alberto. Chiedevano la Costituzione e la guerra all'Austria. Re Vittorio Emanuele I abdicò.
- Il fallimento: la Santa Alleanza applicò il principio di intervento.
- L'Austria inviò l'esercito a Napoli e in Piemonte, stroncando le rivolte e abrogando le costituzioni.
- La Francia (per riaccreditarsi tra le potenze assolute) inviò l'esercito in Spagna nel 1823, ponendo fine al triennio liberale.
- L'eccezione: la Grecia (1821-1829), l'unica rivolta che ebbe successo. Fu diversa: non un colpo di stato militare, ma una guerra di indipendenza nazionale popolare contro l'Impero Ottomano. Ottenne l'appoggio internazionale (Russia, Francia, Regno Unito) e morirono volontari come Lord Byron e Santarosa. La Grecia ottenne l'indipendenza.
4. Il contesto globale: l'indipendenza dell'America Latina e la dottrina Monroe
Mentre l'Europa reprimeva le libertà, l'America Latina le conquistava. Il processo era iniziato prima e in un contesto diverso, ma si concluse proprio negli anni della Restaurazione europea.
- Haiti (1791-1804): fu un caso unico e precursore. Iniziò come una massiccia rivolta di schiavi (guidata da Toussaint Louverture) contro i coloni francesi, ispirata dagli ideali più radicali della Rivoluzione Francese. Dopo una guerra brutale, Haiti dichiarò l'indipendenza nel 1804, diventando la prima repubblica nera della storia e il primo stato indipendente dell'America Latina. Questo evento terrorizzò le élite creole (bianchi nati nelle colonie) del resto del continente.
- Le colonie spagnole (1810-1825): la vera ondata indipendentista scoppiò quando Napoleone invase la Spagna (1808) e depose il re. Le colonie, rifiutando di obbedire al re fantoccio francese, crearono proprie giunte di governo (es. a Buenos Aires e Caracas nel 1810) che inizialmente si dichiararono leali al re deposto, ma che presto si trasformarono in movimenti per l'indipendenza.
- Leader: le lotte furono guidate dai Libertadores. A nord, Simón Bolívar fu la figura chiave per l'indipendenza di Venezuela, Colombia, Ecuador e Bolivia (che prese il nome da lui). A sud, José de San Martín fu decisivo per l'indipendenza dell'Argentina (proclamata nel 1816) e del Cile. I due si incontrarono per coordinare la liberazione del Perù, ultimo bastione spagnolo.
- Messico: ebbe un percorso diverso. Le prime rivolte (1810) furono guidate da sacerdoti (Hidalgo e Morelos) e avevano un carattere più popolare e indigeno, spaventando i creoli. L'indipendenza fu raggiunta solo nel 1821, quando le stesse élite conservatrici decisero di separarsi dalla Spagna, temendo che il governo liberale spagnolo (quello dei moti del '20) potesse minacciare i loro privilegi.
- Brasile (1822): l'indipendenza brasiliana fu quasi incruenta. Quando Napoleone invase il Portogallo, la famiglia reale fuggì a Rio de Janeiro. Dopo la caduta di Napoleone, il re tornò in Portogallo, ma lasciò il figlio, Pedro, come reggente. Quando il parlamento portoghese cercò di ripristinare lo status coloniale, Pedro si rifiutò e proclamò l'indipendenza (1822), diventando Imperatore del Brasile.
La dottrina Monroe
Negli anni '20, la Spagna era quasi sconfitta. La Santa Alleanza, dopo aver represso i moti in Spagna, discusse seriamente di inviare truppe oltre l'Atlantico per "restaurare" il dominio coloniale spagnolo.
A questo punto intervennero gli Stati Uniti. Nel 1823, il presidente James Monroe enunciò la famosa dottrina Monroe. Il messaggio era chiaro:
"L'America agli Americani"
Significava due cose:
- Gli USA non si sarebbero intromessi negli affari europei.
- L'Europa (e la Santa Alleanza) non doveva assolutamente intervenire nelle Americhe o tentare di fondare nuove colonie.
La dottrina ebbe successo perché era tacitamente appoggiata dalla flotta britannica, che per motivi commerciali preferiva avere a che fare con nazioni sudamericane indipendenti piuttosto che con il monopolio spagnolo. Questo fu il primo vero colpo al principio di intervento della Restaurazione.
5. Il secondo ciclo: i moti del 1830-1831
Questa seconda ondata fu diversa: non partì dai militari, ma dalle piazze (borghesia e popolo urbano). L'epicentro fu la Francia.
- Francia (Luglio 1830): Il re Carlo X, un reazionario, tentò un colpo di stato con delle ordinanze che abolivano la libertà di stampa e scioglievano il parlamento. Parigi rispose: durante le "Tre Gloriose Giornate" (27-29 luglio), il popolo eresse le barricate e cacciò il re.
- La svolta: per paura di una deriva giacobina, la borghesia offrì la corona a Luigi Filippo d'Orléans, il "re borghese" o "re dei francesi". Fu una monarchia liberale moderata.
- La conseguenza chiave: la Francia proclamò il principio di non-intervento, rompendo di fatto la Santa Alleanza.
- Il successo (Belgio): sull'onda francese, il Belgio (cattolico e industriale) si ribellò all'unione con l'Olanda (protestante e commerciale) imposta da Vienna. Grazie all'appoggio di Francia e Regno Unito, il Belgio ottenne l'indipendenza.
- Il fallimento (Polonia e Italia):
- Polonia: i polacchi si ribellarono allo Zar di Russia, sperando nell'aiuto francese. Luigi Filippo dichiarò che "il sangue dei francesi appartiene solo alla Francia" (il non-intervento valeva solo per sé). La rivolta fu schiacciata nel sangue.
- Italia (1831): a Modena, Ciro Menotti organizzò una rivolta confidando (ingenuamente) nel duca Francesco IV e nell'appoggio francese. Il duca lo tradì e l'Austria intervenne, reprimendo facilmente i moti scoppiati anche a Parma e nello Stato Pontificio.
Risultato: l'Europa era spaccata: un ovest liberale (Regno Unito, Francia, Belgio) e un est assolutista (Austria, Prussia, Russia).
6. Il 1848: la "primavera dei popoli"
Il 1848 fu l'apice: una tempesta rivoluzionaria simultanea che sconvolse l'intero continente (tranne Regno Unito e Russia). Fu la fine della Restaurazione.
Cause (la "tempesta perfetta"):
- Crisi economica (1846-47): una disastrosa carestia provocò un crollo della domanda, portando a una crisi finanziaria e industriale. La disoccupazione e la fame resero le masse pronte alla rivolta.
- Motivazioni politiche: la borghesia liberale chiedeva più diritti, parlamenti e costituzioni.
- Motivazioni nazionali: popoli come italiani, tedeschi, ungheresi e cechi chiedevano l'indipendenza o l'unificazione.
- NOVITÀ - La questione sociale: per la prima volta, le masse operaie urbane (il proletariato) scesero in piazza non solo per la costituzione, ma per il lavoro, per il diritto di sciopero e per la riduzione della giornata lavorativa. (Non a caso, nel febbraio '48 venne pubblicato il Manifesto del Partito Comunista di Marx ed Engels).
Eventi principali:
- Francia (febbraio): l'epicentro, ancora. La rivolta cacciò Luigi Filippo (divenuto troppo conservatore) e proclamò la Seconda Repubblica. Si istituirono gli Ateliers Nationaux (fabbriche statali per dare lavoro ai disoccupati), un esperimento socialista che spaventò la borghesia.
- Impero Asburgico (marzo): la rivolta a Vienna costrinse Metternich alla fuga (fine simbolica della Restaurazione). L'imperatore concesse la costituzione. L'impero rischiò di esplodere: l'Ungheria (guidata da Kossuth) e Praga si dichiararono autonome.
- Germania (marzo): rivolte a Berlino. Venne convocata un'Assemblea Costituente a Francoforte per unificare la Germania.
- Italia (marzo):
- insurrezione di Venezia (Daniele Manin) e le "Cinque Giornate" di Milano, che cacciarono l'esercito austriaco (Radetzky).
- Carlo Alberto di Savoia (Regno di Sardegna) dichiarò guerra all'Austria: è l'inizio della Prima Guerra d'Indipendenza.
Il fallimento del '48:
Sembrò la vittoria totale, ma in meno di un anno le rivoluzioni fallirono ovunque.
- In Francia: la borghesia, spaventata dal "pericolo rosso" (socialismo), votò in massa per il partito dell'ordine. Nelle elezioni presidenziali vinse Luigi Napoleone Bonaparte (nipote di Napoleone), che in pochi anni trasformò la repubblica nel Secondo Impero.
- In Austria: l'esercito, rimasto fedele all'Imperatore, schiacciò Praga, poi Vienna, e infine (con l'aiuto russo) l'Ungheria.
- In Italia: Carlo Alberto fu sconfitto dagli austriaci (Battaglia di Custoza, 1848).
- In Germania: il Parlamento di Francoforte si divise tra "Grandi Tedeschi" (con l'Austria) e "Piccoli Tedeschi" (senza l'Austria). Offrirono la corona al Re di Prussia, che la rifiutò sdegnosamente ("una corona offerta da bottegai"). L'assemblea fu sciolta.
Perché fallì? Principalmente per la frattura interna al fronte rivoluzionario: la borghesia liberale (che voleva la costituzione) si spaventò delle richieste radicali e socialiste del proletariato. Temendo di perdere le loro proprietà, preferirono riallearsi con i vecchi regimi (monarchia, esercito) per ristabilire l'ordine.
Eredità: nonostante il fallimento, il 1848 fu irreversibile. L'assolutismo era morto. La questione nazionale (italiana, tedesca) e la questione sociale (operaia) erano ormai i temi centrali che avrebbero dominato la storia europea successiva.
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