Il Congresso di Vienna, tenutosi dal novembre 1814 al giugno 1815 presso il Castello di Schönbrunn nella capitale austriaca, rappresenta un momento cruciale nella storia europea. Convocato dalle potenze vincitrici dopo le guerre napoleoniche, il suo obiettivo primario fu quello di ridisegnare la carta politica del continente e di restaurare un ordine stabile dopo quasi un ventennio di conflitti.
Alla base della convocazione del Congresso vi era la necessità di colmare il vuoto di potere lasciato dalla caduta di Napoleone Bonaparte. Le sue campagne militari avevano sconvolto gli equilibri geopolitici, abolito antiche monarchie e diffuso in tutta Europa gli ideali della Rivoluzione Francese. Le potenze conservatrici europee, pertanto, si posero l'obiettivo di:
- Restaurare l'ordine pre-rivoluzionario: riportare sui troni le dinastie legittime spodestate da Napoleone.
- Ridefinire i confini: stabilire una nuova mappa geopolitica che garantisse un equilibrio tra le maggiori potenze.
- Prevenire future egemonie: creare un sistema di alleanze e di controlli reciproci per impedire che una singola nazione potesse minacciare la stabilità del continente.
- Reprimere i movimenti rivoluzionari: contrastare la diffusione delle idee liberali e nazionali, considerate una minaccia per l'ordine costituito.
Il Congresso fu dominato dalle quattro principali potenze vincitrici, a cui si aggiunse, con abile mossa diplomatica, la stessa Francia sconfitta.
Austria
Padrona di casa, fu rappresentata dal suo abile e influente Ministro degli Esteri, il Principe Klemens von Metternich. Il suo obiettivo principale era quello di rafforzare l'Austria come potenza centrale in Europa, di contenere l'espansionismo di Russia e Prussia e di mantenere l'egemonia austriaca in Italia e in Germania.
Gran Bretagna
Rappresentata dal Ministro degli Esteri Lord Castlereagh, mirava a garantire un equilibrio di potere sul continente che non minacciasse la sua supremazia marittima e commerciale. Non era interessata a grandi acquisizioni territoriali in Europa, ma piuttosto a consolidare le sue rotte commerciali e a prevenire il risorgere di una Francia potente.
Russia
Guidata direttamente dallo Zar Alessandro I, ambiva a espandere la propria influenza verso ovest, in particolare sulla Polonia, e a proporsi come protettrice dei popoli slavi e ortodossi.
Prussia
Rappresentata dal Re Federico Guglielmo III e dal suo cancelliere, il Principe Karl August von Hardenberg, puntava a espandere i propri territori in Germania, in particolare a spese della Sassonia, per consolidare il suo ruolo di principale potenza tedesca.
Francia
Grazie alla straordinaria abilità diplomatica del suo Ministro degli Esteri, Charles-Maurice de Talleyrand, la Francia riuscì a passare da nazione sconfitta a interlocutore necessario. Sfruttando i contrasti tra le potenze vincitrici, Talleyrand si fece paladino del principio di legittimità per limitare le perdite territoriali francesi e reinserire il paese nel consesso delle grandi potenze.
Le decisioni prese a Vienna furono ispirate principalmente da due principi fondamentali:
- Principio di legittimità: sostenuto con forza da Talleyrand, prevedeva il ritorno sui troni dei sovrani legittimi che erano stati deposti durante il periodo napoleonico. Questo principio, tuttavia, fu applicato in modo selettivo e subordinato alle esigenze di equilibrio tra le potenze. Ad esempio, non vennero restaurate le antiche Repubbliche di Venezia e di Genova.
- Principio di equilibrio: fu il criterio più importante e consisteva nel bilanciare le forze delle varie potenze in modo che nessuna potesse prevalere sulle altre, garantendo così la pace e la stabilità. Per raggiungere questo scopo, vennero creati degli "Stati cuscinetto" attorno alla Francia per contenerne eventuali future ambizioni espansionistiche.
A questi si aggiunse in seguito il principio di intervento, sancito dalla Santa Alleanza, che autorizzava le grandi potenze a intervenire militarmente negli affari interni di altri stati qualora fossero scoppiati moti rivoluzionari che minacciassero l'ordine costituito.
Il Congresso di Vienna ridisegnò in modo significativo la carta politica d'Europa, con conseguenze che si protrassero per decenni.
- Francia: fu riportata ai confini del 1792 e circondata da una serie di Stati cuscinetto.
- Regno di Sardegna: fu rafforzato con l'annessione della Liguria.
- Regno dei Paesi Bassi: l'unione di Olanda e Belgio creò uno stato più forte a nord.
- Confederazione Germanica: nata dalle ceneri del Sacro Romano Impero, riuniva 39 stati tedeschi sotto la presidenza austriaca.
- Prussia: ottenne la Renania, accrescendo il suo peso economico e politico.
- Austria: rafforzò la sua egemonia in Italia con il Lombardo-Veneto.
- Russia: consolidò il suo controllo sulla Finlandia e su gran parte della Polonia.
- Gran Bretagna: si assicurò il controllo di punti strategici marittimi come Malta.
Una delle conseguenze più durature del Congresso fu la nascita del "Concerto d'Europa", un sistema di diplomazia multilaterale basato su conferenze periodiche tra le grandi potenze per risolvere le controversie internazionali e mantenere la pace.
Per garantire l'ordine restaurato, su iniziativa dello Zar Alessandro I, Austria, Prussia e Russia formarono la Santa Alleanza, un patto basato su principi di cristianesimo e assolutismo monarchico. A questa si affiancò la Quadruplice Alleanza (le tre della Santa Alleanza più la Gran Bretagna), con un carattere più pragmatico e finalizzata a mantenere l'equilibrio politico-militare in Europa.
Il Congresso di Vienna riuscì nel suo intento di garantire un lungo periodo di pace in Europa (circa quarant'anni, fino alla Guerra di Crimea). Tuttavia, l'ordine da esso creato fu profondamente conservatore e reazionario. Ignorando le nascenti aspirazioni alla nazionalità e all'indipendenza dei popoli, e reprimendo le istanze liberali, il Congresso seminò i germi dei moti rivoluzionari che avrebbero scosso l'Europa per tutto il XIX secolo, fino a sfociare nelle unificazioni di Italia e Germania e, infine, nella Prima Guerra Mondiale.