La scoperta dell'America: civilizzazione o genocidio?

Un viaggio interattivo attraverso le fonti storiche per comprendere una delle epoche più controverse della storia umana. Clicca su ogni personaggio per esplorare il suo punto di vista.

Introduzione al ruolo

Voi siete Cristoforo Colombo e il suo equipaggio. Siete i primi europei a incontrare queste genti. Il vostro sguardo è quello del mercante e del conquistatore: valutate la terra, le sue ricchezze e l'utilità dei suoi abitanti per la Corona di Spagna. La vostra priorità è dimostrare il successo economico della vostra spedizione.

Fonte: Estratto rielaborato dal Diario di bordo

"Sabato, 13 ottobre 1492. [...] Diedi ad alcuni di loro dei berretti rossi e delle collanine di vetro che si misero al collo, e molte altre cose di poco valore, con le quali provarono un grande piacere e ci rimasero così amici che era una meraviglia. Poi venivano a nuoto alle barche dove noi eravamo, e ci portavano pappagalli e filo di cotone in gomitoli e zagaglie e molte altre cose [...]. Ma mi parve che fosse gente molto povera di tutto. Essi vanno nudi, così come la loro madre li partorì; e anche le donne. [...] Essi non portano armi, né le conoscono, perché mostrai loro delle spade e le presero per il filo e si tagliarono, per ignoranza. Non hanno alcun ferro. [...] Devono essere buoni servitori e di ottimo ingegno, che vedo che molto rapidamente ripetono tutto ciò che veniva loro detto, e credo che facilmente si farebbero cristiani, perché mi è parso che non avessero alcuna religione. Io, a Dio piacendo, al tempo della mia partenza ne porterò di qui sei alle Vostre Altezze, perché imparino a parlare. [...] Con cinquanta uomini si potrebbero tenere tutti soggiogati e far fare loro tutto ciò che si vuole."

Il vostro discorso deve basarsi sulla prospettiva utilitaristica di Colombo. Sottolineate come gli indigeni vengano descritti in base a ciò che non hanno (armi, ferro, vestiti, religione) e a come possono essere utili alla Corona ("buoni servitori", facili da convertire e sottomettere). La loro generosità è vista come ingenuità, la loro mancanza di tecnologia come debolezza. Il vostro obiettivo non è giudicarli moralmente, ma valutarli come una risorsa da sfruttare per la gloria e la ricchezza della Spagna.

Introduzione al ruolo

Voi rappresentate il pensiero di Juan Ginés de Sepúlveda, un influente umanista e teologo spagnolo. Sostenete che la civiltà europea sia superiore e che abbia il diritto, anzi il dovere, di sottomettere i popoli "barbari" per il loro stesso bene, anche con la forza. La vostra è la teoria della "guerra giusta".

Fonte: Estratto dal "Democrates secundus"

"Che dire del fatto che si abbandonano a ogni genere di intemperanza e di vergognose libidini, e moltissimi di loro si nutrono di carne umana? [...] Confronta ora queste doti di prudenza, ingegno, magnanimità, temperanza, umanità e religione con quelle di quegli omuncoli (homunculi), nei quali a stento potrai riscontrare qualche traccia di umanità, e che non solo non posseggono alcuna scienza, ma non conoscono neppure le lettere né conservano alcun ricordo della loro storia [...]. Sarà sempre giusto e conforme al diritto naturale che tali popoli barbari, incivili e disumani siano sottomessi al dominio di prìncipi e nazioni più colte e umane, affinché, grazie alla virtù e alla prudenza dei loro dominatori, depongano la barbarie e si convertano a costumi più umani e al culto della vera religione. Se rifiuteranno tale dominio, esso potrà essere loro imposto per mezzo delle armi, e tale guerra sarà giusta secondo le leggi della natura."

Il vostro argomento si fonda sul concetto di gerarchia naturale e superiorità culturale. Utilizzate la filosofia di Aristotele (lo "schiavo per natura") per sostenere che alcuni popoli sono intrinsecamente inferiori e nati per essere governati. Definite gli indios "omuncoli" (quasi-uomini) e descriveteli come barbari, privi di storia scritta, scienza e vere leggi, dediti a pratiche disumane come il cannibalismo. La guerra contro di loro non è un'aggressione, ma un atto di civilizzazione, un bene fatto a loro.

Introduzione al ruolo

Voi siete il frate Bartolomé de Las Casas. Avete vissuto nelle Americhe, avete assistito con i vostri occhi alle violenze dei *conquistadores* e avete dedicato la vostra vita a denunciare questi crimini e a difendere la piena umanità e i diritti degli indigeni, basandovi sui principi del Vangelo.

Fonte: Estratto dalla "Brevissima relazione della distruzione delle Indie"

"Tutte queste universali e infinite genti, a Dio piacendo, furono create semplici, senza malvagità né doppiezze, obbedientissime e fedelissime ai loro signori naturali e ai cristiani che servono. Sono i più umili, i più pazienti, i più pacifici e quieti, senza rancori, senza odi, né desideri di vendetta. [...] In questi agnelli mansueti, dotati dal loro Creatore di tutte le qualità di cui ho parlato, entrarono gli spagnoli, non appena li conobbero, come lupi, tigri e leoni crudelissimi affamati da giorni. E altro non han fatto da quarant'anni a questa parte [...] se non sbranarli, ucciderli, angariarli, affliggerli, tormentarli e distruggerli con nuove, varie e mai viste né lette né udite forme di crudeltà. [...] Non per altra causa né per altra ragione li hanno uccisi e distrutti, se non per avere come fine ultimo l'oro e il desiderio di ricchezza."

La vostra difesa si basa su un rovesciamento morale e teologico. Ritraete gli indios non come barbari, ma come l'incarnazione delle virtù cristiane: sono "agnelli mansueti", umili, pazienti e pacifici. I veri selvaggi, i "lupi crudeli", sono gli spagnoli, la cui violenza è mossa non da un desiderio di civilizzare, ma dalla più bassa delle passioni: l'avidità per l'oro. La vostra è una testimonianza diretta che accusa i *conquistadores* di tradire i principi fondamentali della loro stessa fede.

Introduzione al ruolo

Voi rappresentate la massima autorità morale della cristianità. Da un lato, dovete affermare i principi universali del Vangelo; dall'altro, dovete gestire i rapporti con le potentissime corone di Spagna e Portogallo. La vostra posizione deve essere chiara nei principi, ma attenta alle conseguenze politiche.

Fonte: Estratto dalla Bolla "Sublimis Deus"

"Il nemico del genere umano [...] ha ispirato alcuni dei suoi seguaci i quali, desiderando soddisfare la loro cupidigia, osano affermare che gli Indios [...] debbano essere trattati come animali muti creati per il nostro servizio, col pretesto che sono considerati incapaci di ricevere la fede cattolica. Noi [...] consideriamo tuttavia che gli stessi Indios, in quanto veri uomini, non solo sono capaci di ricevere la fede cristiana, ma, come ci è stato riferito, anelano ad essa ardentemente. [...] In virtù della Nostra autorità apostolica, stabiliamo e dichiariamo [...] che i predetti Indios e tutti gli altri popoli [...] anche se vivono fuori della fede cristiana, possono usare, possedere e godere liberamente e lecitamente della loro libertà e del dominio sui loro beni, e che non devono essere ridotti in schiavitù."

La vostra posizione si basa su un principio teologico fondamentale: l'universalità dell'umanità e della salvezza. Sottolineate che l'idea che gli indios non siano "veri uomini" è un'invenzione diabolica, motivata dalla "cupidigia". Affermate con la massima autorità papale tre diritti inalienabili degli indigeni: il diritto alla libertà, il diritto alla proprietà e il diritto di non essere ridotti in schiavitù.

Introduzione al ruolo

Voi siete gli abitanti di queste terre. Per secoli la vostra storia è stata scritta da altri. Ora, in questo processo, avete finalmente la parola. Il vostro compito è raccontare la conquista dal vostro punto di vista: la sorpresa, il dolore, la distruzione del vostro mondo, la perdita della vostra cultura, dei vostri dèi e della vostra dignità.

Fonte: Estratto dal "Codice Fiorentino"

"E tutto questo è successo a noi. Noi lo abbiamo visto. Con questa visione lamentosa e triste, ci siamo riempiti di angoscia. Giacciono spezzate le lance, i capelli sono sparsi. Scoperchiate sono le case, rosse sono le loro mura di sangue. Vermi brulicano per strade e piazze, e le pareti sono macchiate di cervelli. Rosse sono le acque, come se fossero tinte, e quando le bevevamo, era come bere acqua salata. [...] Abbiamo perso, per sempre, la nostra nazione Mexica. L'angoscia bagna le nostre genti e le lacrime gocciolano. Dove andremo? Siamo gente comune. Siamo mortali. Lasciateci dunque morire, lasciateci perire, poiché i nostri dèi sono già morti."

La vostra testimonianza non è un'argomentazione filosofica, ma l'espressione diretta del trauma della conquista. Non dovete dimostrare di essere "uomini", ma raccontare la vostra esperienza di esseri umani il cui mondo è stato annientato. Concentratevi sulle immagini concrete della distruzione: le case scoperchiate, le acque insanguinate, la morte fisica e spirituale ("i nostri dèi sono già morti").

Introduzione al ruolo

Voi siete Francesco Guicciardini, uno dei più grandi storici e uomini di stato del Rinascimento italiano. Osservate gli eventi del mondo con uno sguardo lucido, pragmatico e disincantato. Il vostro compito è smascherare l'ipocrisia dei conquistatori e descrivere gli eventi per quello che sono: un atto di predazione spietata.

Fonte: Estratto dalla "Storia d'Italia"

"Ma non solo hanno questi navigatori turbato la quiete di quelle genti, ma le hanno anche messe a ferro e fuoco, distruggendole del tutto. Non li ha mossi alcun rispetto per Dio, né alcuna considerazione per l'umanità, ma solo un'insaziabile avidità. Hanno sterminato innumerevoli popoli, ridotto in schiavitù gli altri, usando crudeltà inaudite [...]. E tutto questo sotto un manto di pretesti religiosi [...]. La verità è che queste popolazioni vivevano in pace, contente della loro semplicità [...]. Così, con la scusa di rimuovere le loro barbarie, abbiamo portato noi una barbarie molto più grande. Li abbiamo chiamati 'bestie', ma quale bestia è mai stata così crudele con la propria specie come l'uomo lo è stato con l'uomo in quelle terre?"

Il vostro punto di vista è quello di un analista politico laico. Smascherate l'ipocrisia dei conquistatori: la religione è solo un pretesto ("sotto un manto di pretesti religiosi") per nascondere la vera motivazione, l'avidità. Operate un rovesciamento provocatorio: chi sono i veri barbari? Gli indigeni, che vivevano in pace, o gli europei, che hanno portato una "barbarie molto più grande"? La vostra analisi è una critica spietata della natura umana e della sete di potere.

Introduzione al ruolo

Voi siete il filosofo francese Michel de Montaigne. Dal ritiro della vostra biblioteca, osservate il mondo con curiosità e scetticismo. Non credete nelle verità assolute e siete affascinato dalla diversità delle usanze umane. Il vostro compito è mettere in discussione le fondamenta stesse del giudizio europeo, a partire dalla parola "barbarie".

Fonte: Estratto dai "Saggi"

"Ora, mi sembra che in quel popolo non vi sia nulla di barbaro e di selvaggio, a quanto me ne hanno riferito, se non che ognuno chiama barbarie quello che non è nei suoi usi; sembra infatti che noi non abbiamo altro punto di riferimento per la verità e la ragione che l'esempio e l'idea delle opinioni e degli usi del paese in cui siamo. [...] Non mi rammarico che noi rileviamo il barbarico orrore che c'è in tale modo di fare [il cannibalismo], ma piuttosto del fatto che, pur giudicando le loro colpe, siamo tanto ciechi riguardo alle nostre. Penso che ci sia più barbarie nel mangiare un uomo vivo che nel mangiarlo morto, nel lacerare con supplizi e torture un corpo ancora sensibile, farlo arrostire a poco a poco [...] (come abbiamo non solo letto, ma visto recentemente, non fra antichi nemici, ma fra vicini e concittadini e, quel che è peggio, sotto il pretesto della pietà religiosa), che nell'arrostirlo e mangiarlo dopo che è morto."

L'argomentazione si basa sul relativismo culturale. Mettete in discussione l'arroganza europea di considerarsi il centro del mondo. La parola "barbarie" è relativa: usiamo questo termine per tutto ciò che è diverso da noi. Operate un confronto diretto e scioccante: la pratica del cannibalismo, per quanto orribile, è meno barbara delle torture commesse dagli europei durante le guerre di religione, perché queste ultime sono inflitte a un uomo vivo e mascherate da un'ipocrita "pietà religiosa".