Il vostro compito per quest'anno.

Care studentesse e cari studenti,

nei prossimi mesi leggeremo libri, analizzeremo eventi, discuteremo idee. Ma quest'anno, non sono qui per insegnarvi semplicemente a essere dei bravi studenti. Non sono qui per insegnarvi a memorizzare il mondo. Sono qui per chiedervi di cambiarlo.

Guardatevi intorno. È facile diventare cinici. È facile guardare le notizie, ascoltare le conversazioni degli adulti, e concludere che il mondo sia un meccanismo enorme, complicato e fuori controllo. È facile sentirsi piccoli. Ci si convince che i problemi siano troppo grandi, le strutture troppo radicate, e che l'unica cosa sensata da fare sia abbassare la testa, farsi gli affari propri e sperare di "cavarsela".

Vi diranno che questo è essere realisti.

Io vi dico che questo è arrendersi.

Il mondo, così com'è, non è immutabile. È il risultato delle scelte fatte da persone venute prima di voi. E proprio come è stato costruito, può essere ricostruito.

Ecco perché quest'anno il vostro compito sarà diverso. Non ci sarà un esame finale tradizionale, un test, una verifica, un'interrogazione. Il vostro intero voto si baserà su un unico progetto, che durerà tutto l'anno.

Il compito è questo:

Pensate a un'idea per cambiare il nostro mondo. E mettetela in pratica.

Voglio essere chiaro. Non mi interessa un saggio teorico. Non voglio una presentazione su come qualcun altro potrebbe risolvere la fame nel mondo. Voglio che guardiate fuori da questa finestra, o nel vostro quartiere, o nella vostra stessa casa, e che identifichiate qualcosa che non funziona. Qualcosa che è rotto, che è ingiusto, o che semplicemente potrebbe essere migliore.

E voglio che facciate qualcosa al riguardo.

Partite in piccolo se volete. Partite da un vostro compagno che viene isolato. Partite dalla diffidenza che vedete tra le persone. Partite da uno spreco che notate ogni giorno. Non mi interessa la scala del vostro progetto; mi interessa il vostro coraggio.

Sarà questo il vostro voto.

Non sarete giudicati sul successo. Non mi aspetto che risolviate la pace nel mondo entro giugno. Sarete giudicati sull'impegno. Sull'audacia di averci provato. Sulla vostra capacità di trasformare il lamento in azione.

Vi chiedo di usare tutto quello che impareremo qui, dentro la nostra aula (la storia, la filosofia, l'educazione civica), non come un fine, ma come uno strumento. Usateli come una leva per smuovere un pezzetto del mondo.

Non accetto che mi diciate: "Sono solo un ragazzo o una ragazza". La storia è piena di giovani che non sapevano di essere "solo" ragazzi e per questo hanno fatto l'impossibile.

Il mondo là fuori non sta aspettando i vostri diplomi. Sta aspettando la vostra voce, la vostra indignazione, la vostra creatività, il vostro coraggio. Spesso ci chiediamo cosa il mondo si aspetti da noi.

Forse, come molti adulti, non si aspetta... niente.

Dimostrategli che si sbaglia.

Avete un anno di tempo.
Iniziate.