Eraclito, cittadino di Efeso (c. 535 – 475 a.C.), è una delle figure più enigmatiche e influenti della filosofia presocratica. Di estrazione aristocratica, pare avesse un carattere altero e un profondo disprezzo per la "massa" e per i filosofi e poeti venuti prima di lui (Omero, Esiodo, Pitagora).
La sua opera principale, "Sulla Natura", è perduta. Ci restano circa 130 frammenti, scritti in uno stile denso, aforistico e spesso metaforico. Questo stile oracolare gli valse il soprannome di "L'Oscuro". Non cercava la chiarezza espositiva, ma la profondità allusiva; la sua filosofia non va semplicemente capita, va intuita.
Il cuore pulsante del pensiero eracliteo è l'affermazione che la realtà non è essere, ma divenire. Tutto è in costante, inarrestabile mutamento.
- "Panta Rhei" (Πάντα ῥεῖ): questa è la frase (attribuita da Platone) che riassume la sua dottrina: "tutto scorre".
- Il frammento del fiume (fr. 91): l'immagine più celebre. "Non è possibile discendere due volte nello stesso fiume". Perché? Perché la seconda volta, né le acque del fiume sono le stesse (altre acque sono sopraggiunte), né noi siamo gli stessi (siamo cambiati nel frattempo).
- La stabilità è illusione: ciò che percepiamo come statico, come "cosa", è solo un equilibrio momentaneo, una pausa nel flusso incessante della trasformazione. La realtà è processo, non sostanza.
Se tutto cambia, il risultato è il caos? Assolutamente no. Il cambiamento di Eraclito non è irrazionale; è governato da una legge precisa, eterna e universale: il Logos (Λόγος).
A. Il Logos: la ragione comune
- Il termine Logos è polisemico: significa "parola", "discorso", "ragione", "legge".
- Per Eraclito, è la Legge razionale che governa il cosmo, l'unità profonda che sottende al mutamento. È il principio che regola il ciclo delle trasformazioni.
- Il problema dei "dormienti": il Logos è "comune a tutti", eppure "i più vivono come se avessero una loro propria, privata intelligenza" (fr. 2). La maggior parte degli uomini sono "dormienti": vedono il mondo ma non capiscono la legge che lo governa. Il filosofo è colui che si "sveglia" e comprende il Logos.
B. Polemos: il motore del Divenire
- "Polemos (Πόλεμος) è padre di tutte le cose" (fr. 53): la guerra, il conflitto, la contesa non sono incidenti negativi, ma la condizione necessaria dell'esistenza.
- È la lotta tra forze opposte che genera la vita e il cambiamento. Senza conflitto, tutto si spegnerebbe nell'indifferenza. La lotta è la giustizia (Dike) che regola il mondo.
Il Logos opera attraverso Polemos unificando gli opposti. Questa è la dottrina più profonda e difficile di Eraclito: l'unità dei contrari.
Gli opposti non sono in contraddizione, ma sono aspetti complementari e necessari della stessa realtà. L'uno esiste solo in virtù dell'altro.
Esempi dai frammenti:
- "La via all'in su e la via all'in giù sono una e la stessa" (fr. 60).
- "Il giorno e la notte" (sono la stessa unità temporale).
- "Il caldo e il freddo", "il bagnato e l'asciutto".
- "Dio è giorno-notte, inverno-estate, guerra-pace, sazietà-fame" (fr. 67).
L'armonia nascosta
Eraclito afferma che "l'armonia nascosta è più forte di quella manifesta" (fr. 54). La vera armonia non è l'assenza di conflitto (come una melodia piatta), ma la tensione dinamica tra opposti.
L'analogia dell'arco e della lira (fr. 51): l'arco funziona perché la corda e il legno tendono in direzioni opposte. La lira produce musica perché le corde sono in tensione. L'armonia (la freccia scoccata, la musica) nasce dalla tensione, dal conflitto.
Come gli altri filosofi ionici (Talete l'acqua, Anassimene l'aria), Eraclito identifica un principio (Archè) fisico. Per lui è il Fuoco (Πῦρ).
- Perché il Fuoco? Il fuoco non è una sostanza statica, ma l'incarnazione stessa del processo e della trasformazione. Il fuoco vive "della morte" di ciò che brucia, e trasforma costantemente la materia.
- Il fuoco sempre vivo: "Questo cosmo... è un fuoco sempre vivo (πῦρ ἀείζωον), che con misura si accende e con misura si spegne" (fr. 30).
- Il mondo non è stato creato da dei o uomini; è sempre stato, è e sarà questo fuoco eterno e processuale.
- L'equivalenza cosmica (fr. 90): "Tutte le cose sono uno scambio per il fuoco, e il fuoco per tutte le cose, come le merci per l'oro e l'oro per le merci". Il fuoco è la "moneta" universale che garantisce il ciclo di trasformazione di tutti gli elementi.
Eraclito è il filosofo del dinamismo universale. Rigetta l'idea di un essere statico (che sarà poi di Parmenide, suo grande rivale intellettuale) e pone il cambiamento e la tensione come fondamento stesso della realtà.
La sua eredità è immensa:
- Platone: baserà la sua "seconda navigazione" sulla contrapposizione tra il mondo sensibile (eracliteo, in perenne mutamento) e il mondo delle Idee (statico, perfetto, parmenideo).
- Stoicismo: riprenderà il concetto di Logos come Ragione universale che pervade e governa il cosmo.
- Hegel: vedrà in Eraclito il padre della dialettica (tesi, antitesi, sintesi) come legge fondamentale della realtà e del pensiero.
- Nietzsche: amerà l'accettazione "dionisiaca" del divenire, del conflitto e della distruzione creatrice, vedendo in Eraclito un tragico "sì" alla vita.